mercoledì 2 aprile 2008

Demagogia 2

Leggevo poco fa un articolo su Corriere.it di Aldo Grasso, noto critico televisivo. Lo riporto così com'è scritto.

«Capri», favola a cui nessuno crede
Come cambiano in tempi! Una volta il vecchio Angelo Rizzoli, il commenda, trasformava Ischia nella più importante stazione termale del Mezzogiorno; adesso il nipote Angelo si deve accontentare di produrre una fiction turistica sulla rivale Capri, «rubando» alcuni nomi al passato ischitano: Reginella, Isabella... Come cambiano i tempi, signora mia! Una volta di Capri si occupavano scrittori come Alberto Savinio, Mario Soldati, Raffaele La Capria, adesso restano solo rimasugli di idee, e Capri, dodici puntate della seconda serie, nasce da un’idea di Carlo Rossella, quando faceva il direttore del Tg5 (Raiuno, domenica e lunedì, ore 21.10). E alla regia—si fa per dire—c’è Andrea Barzini, che discende pure da nobile schiatta. Capri è un lungo spot sull’isolama più ancora sugli effetti benefici del posto. È una fiction dove tutti recitano mediamente male, parlano, parlano, ma vanno a letto con una frequenza impressionante: il che può essere un efficace invito per fare un salto sull’isola, la più «mondana» del mondo.

Gli attori del fotoromanzo sono Kaspar Capparoni, Gabriella Pession, Sergio Assisi (esiste un premio per la peggior interpretazione dell’anno?), Bianca Guaccero, Luca Ward, la sempre sorridente Anna Galiena e altri. Capri piace alla gente che non piace ai Rossella, ai Rizzoli, ai Barzini (quanto meno non la frequentano), per questo si snoda come una favola priva di ogni capacità favolistica, come una storia cui nessuno crede, nemmeno i protagonisti, persino come un «lato oscuro» privo di oscurità. Come cambiano i tempi e com’è facile cedere alla demagogia! La Regione Campania ha contribuito con svariati euro alla realizzazione di questa «operazione di marketing territoriale »: con tutti i guai che la Regione sta attraversando, i soldi non potevano essere utilizzati per interventi più utili?

Aldo Grasso
02 aprile 2008

Allora, è vero che è facile (s)cadere nella demagogia, ma come dargli torto?

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